Rimpatriare i profitti dalla Cina

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Per le aziende straniere con società controllate in territorio cinese, il rimpatrio dei profitti è sempre stato un tema particolarmente delicato. La Cina impone controlli rigidi sui flussi di capitale in valuta estera sia in entrata che in uscita.Al momento della costituzione di una società in Cina, la strategia per il rimpatrio dei profitti diviene cruciale, al fine di poter effettivamente avere accesso agli stessi. Adottare una strategia corretta in tal senso, a seconda dei casi, può tradursi in un risparmio dei costi aziendali.

Esistono diversi modi per rimpatriare i profitti maturati in Cina, il più comune dei quali consiste nel far distribuire i dividendi dall’entità cinese direttamente in favore della società madre straniera. Solo i profitti risultanti al termine delle relative procedure contabili possono essere rimpatriati. Il controllo fiscale condotto dalle autorità locali viene solitamente completato ogni anno intorno ai mesi di Giugno/Luglio (vedi relativa tabella). Il controllo contabile permette alla State Administration of Taxation (SAT) di verificare che tutte le imposte sul reddito della società (Corporate Income Taxes – CIT) siano state versate, anche tenuto conto dei profitti che vengono distribuiti. Inoltre, nessun dividendo è redistribuibile fintanto che le eventuali perdite maturate negli anni precedenti non siano state reintegrate, pertanto solo successivamente il saldo in bilancio sarà effettivamente distribuibile. Le autorità fiscali confermeranno dunque l’ammontare che le società possono rimpatriare, basandosi sulla percentuale di utile netto prodotto.

Timeline degli adempimenti contrattuali

 

 

MATERIALE CORRELATO: Dividend Repatriation: Limits and Tax Considerations in China (disponibile in lingua inglese) 

Al momento del rimpatrio dei dividendi, generalmente le banche richiedono un report della revisione e il CIT annuale per giustificare la somma del profitto distribuibile per quel determinato anno d’esercizio. Qualora la società decidesse di posticipare il rimpatrio all’anno successivo, per non creare squilibri nel cash flow, sarà richiesto un report supplementare sui controlli contabili.

Checklist cronologica per il rimpatrio dei profitti

Tuttavia, non tutti i profitti possono essere redistribuiti o reinvestiti dopo la liquidazione delle relative imposte. Una parte del profitto (almeno il 10 per cento se si tratta di una WFOE) deve essere destinato alle riserva legalidella società. L’ammontare massimo di tali riserve è fissato alcappato   50 per cento del capitale registrato. L’investitore può sempre scegliere se allocare parte delle somme rimanenti in bonus per il personale, in fondi previdenziali o in fondi d’investimento, anche se queste operazioni non sono previste come obbligatorie. Anche le Joint Ventures devono necessariamente allocare risorse in fondi pensione, incentivi (bonus) per il personale e fondi per lo sviluppo d’imprese (a fini di investimento) in misura equivalente alle percentuali stabilite dal Consiglio di Amministrazione.

In Cina viene trattenuta la ritenuta CIT sui profitti o dividendi rimpatriati in favore di contribuenti non residenti, per un valore che va dallo 0 al 10 per cento, a seconda del relativo Double Taxation Agreement (DTA). I dividendi maturati su profitti realizzati prima del Gennaio 2008, sono esenti da questo regime d’imposte.

Procedure per la dichiarazione e il rimpatrio dei dividendi

Procedure per la dichiarazione e il rimpatrio dei dividendi.

Questo articolo è un estratto dal China Briefing Magazine di giugno 2014, intitolato Strategies for Repatriating Profit from China” (disponibile in lingua inglese). In questo numero, vi guideremo attraverso i diversi canali di rimpatrio dei profitti, anche attraverso le spese infragruppo (ad esempio, la riscossione di contributi di servizio e royalties dalla controllata cinese) e prestiti. Ci occuperemo dei requisiti e delle procedure per il rimpatrio di dividendi, anche del modo di usufruire di aliquote fiscali più basse grazie ai trattati di evasione di doppia imposizione fiscale.

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