Aprire uno Studio di Architettura in Cina

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TPGIRF-00035088-001Al rapido avanzare dell’urbanizzazione, numerosi architetti hanno trovato opportunità di crescita in Cina. I Paesi occidentali si stanno ancora riprendendo dalla caduta dei prezzi degli immobili, causando un rallentamento nel settore delle costruzioni che ha spinto molti architetti stranieri a cercare opportunità di investimento altrove.

Queste opportunità sono principalmente riscontrabili nella fascia di mercato alta del settore immobiliare, mentre quella medio-bassa, tra cui la maggior parte delle proprietà residenziali, è interamente controllata dagli architetti locali. Anche se a fare notizia sono soprattutto i grandi edifici progettati da architetti stranieri in città come Pechino e Shanghai, in questi giorni è possibile trovare la maggior parte delle opportunità nella fascia di mercato bassa e nelle città dell’entroterra che sono in rapida crescita. Il desiderio di differenziarsi da altre città ha richiesto spesso progetti stravaganti in grado di attrarre turismo ed investimenti. E’ in questo contesto che una penna di un architetto straniero permette di incrementare il fascino e l’appetibilità nonché l’appoggio al progetto stesso.

Negli ultimi anni, questa tendenza ha portato ad una rapida aumento del numero di edifici progettati da stranieri dalle sembianze bizzarre, non sempre apprezzati o capiti dal Governo centrale Cinese. Per questo motivo, Xi Jinping ha personalmente introdotto una moratoria sulla costruzione di edifici ‘bizzarri’. Più che per una questione di gusto, tale manovra dovrebbe essere rivista alla luce dell’inasprimento delle pene per la corruzione lanciato da Xi Jinping. Molte delle costruzione totalmente decontestualizzate dal paesaggio sono, infatti, ideati solamente per ufficiali locali di spicco, finanziati a mezzo dell’Erario, ossia attraverso i soldi dei contribuenti. Combinato con il malcontento sociale dovuto agli espropri governativi per la costruzione di nuove aree di sviluppo, alcuni aspetti della costruzione frenetica sono diventati temi politici sensibili all’opinione pubblica.

Nonostante questa recente tendenza abbia contenuto parte degli interessi nell’architettura straniera, il mercato rimane fervido. Gli architetti stranieri sono rinomati per la qualità e la creatività nella progettazione, e soprattutto per l’uso di tecnologie a basso impatto ambientale. Dal momento che l’inquinamento rimane uno dei principali problemi in Cina, il governo è interessato (ed e’ obbligato) a perseguire una politica di sviluppo oculata, verso un modello di crescita ecologicamente sostenibile.

Entrare nel mercato cinese

Dezan Shira & Associates ha aiutato numerosi studi di architettura stranieri a muovere i primi passi in Cina, comprendendo quali approcci tendano a funzionare o meno. Si passerà all’analisi e comparazione di tre modelli, spiegando perché il terzo approccio ha la maggiore possibilità di avere successo. I tre modelli sono i seguenti:

• Fornire servizi architettonici dall’estero;

• Aprire uno studio di architettura in Cina;

• Servizi di consulenza architettonici.

Servizi per clienti dall’estero

Gli architetti non devono necessariamente svolgere il loro lavoro in Cina; tutti i disegni progettuali possono essere eseguiti comodamente nel paese di residenza. Con l’eccezione della ricerca e procacciamento di clienti, non esiste una ragione per cui l’architetto debba fisicamente trovarsi nell’area progettuale d’interesse. La società straniera potrebbe semplicemente aprire un Ufficio di Rappresentanza, collaborare in questo modo con il cliente, e ricevere il pagamento nel suo Paese.

Se possibile in principio, gli architetti si renderanno presto conto che i Cinesi sono riluttanti a pagare società stranieri a mezzo di valute straniere, per due principali motivi. Innanzitutto, a causa dei controlli sulle valute straniere che il governo ha messo in atto, pagare all’estero con valuta straniera è spesso proibito se oltrepassa una certa quota, e/o comporta numerosi insidie burocratiche.

La seconda problematica riguarda il sistema di imposizione fiscale cinese. Al fine di pareggiare l’IVA con le spese dedotte, le società cinesi devono esibire una speciale dichiarazione d’IVA, anche chiamata “fapiao”. Tale “fapiao” deve essere stampata su carta speciale acquistabile presso gli uffici tributari cinesi. Per l’acquisto di tali fatture, è necessario disporre di una società a responsabilità limitata in Cina. Le società costituite all’estero dunque non possono ottenere una “fapiao”, né ne sono abilitati i loro uffici di rappresentanza in Cina. Se una società cinese non fosse in grado di ottenere una “fapiao” per le proprie spese, sarebbe sottoposta ad un eccessivo e ingiustificato carico fiscale. Per questo motivo, è molto probabile che i clienti cinesi insistano affinché’ una società straniera costituisca una società in Cina così che in pagamenti possano essere effettuati in valuta cinese, il CNY (o RMB).

Costituire una WFOE di architettura in Cina

Il diritto commerciale cinese è piuttosto rigido in quanto richiede che le società definiscano le attività che intendono svolgere e che agiscano entro tali limiti. Quando la società viene costituita, è necessario indicare e descrivere l’oggetto sociale, ed il suo cambiamento richiede una nuova domanda per una nuova licenza commerciale. Le società in Cina non possono emettere “fapiao” per un oggetto sociale diverso da quello dichiarato ed è difficile che venga autorizzata una società destinata esclusivamente alla ‘ricezione di pagamenti’. Il diritto commerciale cinese inoltre richiede che le società dispongano di una sede fisica, indipendentemente dal fatto che il locale sia privato o meno. Di conseguenza, creare una società esclusivamente destinata alla ricezione di fatture non è un’opzione contemplata. Se una società in Cina intende fatturare dei servizi di architettura professionali, tale attività deve rientrare all’interno del suo oggetto sociale. In altre parole, tale società dovrà essere costituita direttamente in Cina. Tuttavia, i requisiti formali per le società di architettura di proprietà straniera sono così stringenti da non permettergli di adempiere a tali richieste.

Uno dei principali ostacoli riguarda i requisiti del personale. Almeno un quarto del personale deve essere composto da architetti o ingegneri stranieri che abbiano abilitazioni sia straniere che cinesi. Ciò comporta la necessità per la società di far partecipare buona parte del proprio personale ad esami di certificazione cinese. Inoltre, un quarto del personale ‘tecnico’ dovrebbe essere formato da personale straniero con maturata esperienza nel settore della progettazione, ma i regolamenti non chiariscono cosa esattamente ciò stia a significare.

Se la società straniera costituisce una Joint Venture, tali requisiti scendono ad un ottavo. Oltre a ciò, i regolamenti richiedono che tali architetti, ingegneri e personale tecnico stranieri permangano in Cina ogni anno per almeno sei mesi. Le società o le persone fisiche straniere (compresi i partner cinesi, laddove ve ne siano) devono essersi già occupati di architettura e fornire almeno due esempi del loro lavoro. Di questi, uno dei due lavori deve essere stato completato nel paese di residenza.

Oltre alla licenza per la costituzione di una società in Cina, la società deve preoccuparsi di ottenere ulteriori permessi sulla base della tipologia del progetto che intende affrontare. Tali permessi sono divisibili in tre categorie: le ‘licenze onnicomprensive’, le ‘licenze settoriali’ e le ‘licenze specializzate’. Le prime due sono ulteriormente suddivise in applicazioni di diverso grado. Di conseguenza, esistono numerose e diverse licenze per ogni particolare progetto, ciascuno con i suoi propri requisiti. Tali requisiti spaziano dall’esperienza trascorsa, tipologie e numero del personale, fino a numerosi milioni di Renminbi.

Per i suddetti motivi, molti architetti stranieri ricorrono alla terza opzione.

Costituire una società WFOE di consulenza architettonica in Cina

La soluzione per tale problema è costituire una società che fornisca dei servizi di consulenza architettonici, ovvero che presti dei consigli agli architetti cinesi. Il suo oggetto sociale ricoprirebbe attività di consulenza architettonica, del paesaggio e degli interni e servizi legati al real estate, alla ricerca di mercato e al project management. Quale di questi servizi sia consentito fornire rimane a volte ambiguo. Chiaro è che le società WFOE possono revisionare come parte terza i progetti e svilupparli concettualmente. Tuttavia, a questo genere di società non conviene offrire prestazioni o fornire contratti che abbiano come oggetto esplicito la progettazione architettonica o il project management.

In pratica, la società di architettura straniera fa spesso la maggior parte del lavoro, ma lo porta a termine attraverso un architetto cinese certificato che appone la sua firma sul prodotto finale. In questo modo, l’architetto straniero continua a fornire i propri servizi, senza però dover adempiere agli stringenti requisiti della legge cinese. Negli ultimi anni Dezan Shira & Associates ha assistito numerose società di architettura straniere ad organizzarsi per svolgere tali attività, assicurandosi di rispettare la legge cinese.

Dal momento che i clienti corrispondono i compensi alle WFOE in Cina, una problematica diffusa è quella di espatriare tali compensi ottimizzandone il carico fiscale. Le società in Cina sono soggette ad un’imposta sul reddito delle società pari al 25 percento. Quando i profitti sono successivamente rimpatriati tramite la distribuzione di dividendi, viene trattenuto un ulteriore 10 percento. Questo processo assoggetta la società ad un’elevata pressione fiscale, considerando che gran parte del lavoro viene svolto oltreoceano.

Un modo per abbattere il reddito imponibile consiste nell’assumere architetti stranieri tramite una WFOE e impiegarli direttamente in Cina. La società può inoltre inviare i propri architetti in Cina per alcuni mese per seguire progetti a breve-termine, in modo che l’ufficio estero possa addebitare costi alla WFOE. Il sistema attraverso cui la WFOE paga direttamente alla società controllante è una forma di ‘transfer pricing’ (spostamento di materia imponibile); una maniera sia per ridurre il reddito imponibile in Cina, sia per espatriare i capitali senza corrispondere alcuna imposta sui dividendi. La sede centrale oltreoceano può addebitare alla WFOE altri servizi, come ad esempio le royalties o eventuali servizi amministrativi. Perché possano essere considerate legali, tali transazioni devono essere effettuate a prezzi correnti di mercato. Gonfiare i prezzi per registrare maggiori spese ed erodere la materia imponibile è strettamente vietato e le autorità tributarie cinesi controllano severamente tali pratiche.

Tale approccio richiederebbe una clausola aggiuntiva nello Statuto delle WFOE, come anche nella cornice di contratti che regolano l’accordo.


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