Considerazioni strategiche per costituire una WFOE in Cina, parte 1: Oggetto e capitale sociale

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Untitled-300x230I consumi interni in Cina sono in continua e rapida crescita e la richiesta di prodotti tecnologici e di brand occidentali è più forte che mai. Stabilire una presenza ufficiale in Cina tramite la costituzione di una società a capitale estero offre straordinarie opportunità, ma allo stesso tempo presenta svariati rischi, legati soprattutto al contesto in cui si opera. Ad esempio, nonostante il regime normativo cinese non risulti particolarmente complesso secondo gli standard internazionali, lo stesso risulta difficile da interpretare e necessita di essere analizzato e applicato con attenzione. Decisioni troppo affrettate possono condurre a situazioni spiacevoli, difficile ed onerose da correggere in un secondo momento.

Risulta pertanto opportuno valutare attentamente tutti i dettagli e le variabili di un investimento estero e agire strategicamente in sinergia con esperti e professionisti che operano abitualmente nei mercati asiatici. In questo articolo verranno esaminate alcune considerazioni iniziali per la costituzione di una società a capitale interamente estero (Wholly Foreign Owned Enterprise, WFOE) in Cina: oggetto sociale, finanziamento e capitale sociale.

Oggetto sociale

Mentre nel caso di una società americana o europea in fase di costituzione tutto ciò che è giuridicamente consentito può essere incluso nel suo oggetto sociale, in Cina operano meccanismi diversi.

Le specifiche attività che costituiscono l’oggetto sociale di una WFOE devono essere minuziosamente esplicitate nella richiesta di registrazione e successivamente sottoposte prima al Ministero del Commercio (MOFCOM) ed infine all’Amministrazione dell’Industria e del Commercio (AIC). Ogni parola verrà scrutinata dalle autorità al fine di determinare se l’oggetto sociale proposto rientri tra i settori limitati agli investimenti esteri, se infranga barriere formali/informali o se risulti semplicemente non conforme a quanto richiesto dalle autorità locali.

La società dovrà quindi interfacciarsi con le autorità negoziando il proposto business scope, con il risultato che quasi mai l’oggetto sociale finale coinciderà con quello inizialmente proposto. È dunque di fondamentale importanza appoggiarsi ad esperti consulenti che interloquiscano con le autorità cinesi per conto della società.

Uno dei principali motivi per cui occorre prestare attenzione alla redazione dell’oggetto sociale è il fatto che risulterà molto difficile e dispendioso modificarlo a seguito della sua approvazione ufficiale. L’iniziale richiesta al MOFCOM per la costituzione della società (con negoziazione dell’oggetto sociale proposto) e la conseguente registrazione all’AIC dovranno infatti essere replicate se si desidera modificare il proprio business scope. Oltre a ciò bisognerà aggiungere circa un mese o più per l’aggiornamento delle registrazioni post-licenza, tra cui la registrazione fiscale. Difatti, essendo l’oggetto sociale un criterio fondamentale per stabilire i tassi di imposizione fiscale della WFOE, una sua modifica potrebbe determinare diversi livelli di tassazione per la WFOE (senza menzionare diversi requisiti di capitale sociale).

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Sebbene non accada di frequente che le autorità cinesi richiamino ufficialmente una società per aver condotto attività al di fuori del proprio oggetto sociale, la capacità di emettere fatture ai propri clients per servizi o attività al di fuori del proprio business scope potrebbe essere compromessa. Questi clienti insisteranno per ottenere una specifica fattura IVA da usare in detrazione, non risultando neppure inusuale il loro rifiuto ad effettuare un pagamento per servizi resi qualora la corrispondente fattura non venga rilasciata.

Perciò, dato che per attività non specificate nell’oggetto sociale non è possibile rilasciare una fattura IVA che rechi l’aliquota relativa a quell’attività, risulta di fondamentale importanza negoziare l’approvazione di un oggetto sociale piuttosto ampio e generale (che includa cioè tutte le possibili e necessarie attività richieste dall’impresa e/o dai suoi clienti).

Finanziamento e capitale sociale

Nonostante la Cina abbia eliminato il requisito del capitale sociale minimo quale condizione atta ad incorporare una WFOE, rimane fermo il fatto che ciascuna procedura di costituzione sarà revisionata caso per caso. Le autorità cinesi del MOFCOM solitamente richiedono un impegno finanziario minimo tra i RMB 200.000 RMB e i RMB 500.000 RMB per una WFOE operante nel settore dei servizi (ad una WFOE impegnata in attività produttive viene generalmente richiesto di versare un capitale sociale minimo molto maggiore). Le autorità cinesi esamineranno un rapporto di effettiva realizzabilità dell’operazione (chiamato “feasibility study report”) come parte della procedura di costituzione e come parametro per stabilire un capitale sociale minimo. Una volta contribuito, il capitale sociale rimarrà disponibile per finanziare le attività della WFOE fino a che la società stessa non otterrà un’autonomia finanziaria tramite la generazione di introiti, diversamente il capitale sociale dovrà essere aumentato. Ogni WFOE dovrebbe ottenere una propria auto-sostenibilità tramite la creazione di revenues entro un certo periodo, altrimenti la società potrebbe essere soggette a scrutinio da parte delle autorità fiscali – secondo il principio generale secondo il quale la Cina vuole imprese straniere in salute e capaci di generare reddito, e non scatole vuote o imprese in perdita per evadere il fisco.

Per queste ragioni risulta importante pianificare il finanziamento e la sostenibilità della WFOE dal momento stesso della costituzione fino a quello della redditività, impostando il proprio capitale sociale conformemente. Gli investitori devono fornire una quantità di capitale sufficiente a sostenere l’avviamento delle attività della WFOE, ma senza sovrastimare il capitale sociale per evitare che esso rimanga inattivo e “bloccato” nel conto capitale straniero (considerando che un eventuale rimpatrio non è procedura semplice in Cina). È perciò di fondamentale importanza valutare esattamente il capitale necessario affinché la WFOE si autofinanzi con i profitti ottenuti.

Nel caso in cui la WFOE non riesca a generare profitti secondo il piano inizialmente stabilito, vi sono meccanismi alternativi di finanziamento.

Naturalmente, un’opzione potrebbe essere quella di incrementare il capitale sociale della WFOE e versare capitale aggiuntivo. Questa sarebbe un’operazione fiscalmente esente e, pertanto, considerevolmente efficiente da un punto di vista tributario. Ciononostante, tale opzione richiede una modifica della licenza (business license) che rifletta in maniera congrua l’avvenuto aumento di capitale sociale. La modifica della business license significa poi l’aggiornamento di tutte le altre licenze e approvazioni ottenute dall’impresa. Tale procedimento è fortemente dispendioso (sia in termini di tempo che denaro) e potrebbe richiedere agli investitori di risottoporre il business plan e lo “studio di fattibilità” al MOFCOM per approvazione.

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Meccanismo di finanziamento alternativo è un’operazione tra la casa madre e la WFOE, ove servizi di consulenza sono forniti alla controllante in base ad un contratto di consulenza dietro pagamento di una service fee atta a finanziare le operazioni della WFOE. Questa procedura può essere completata con rapidità, ma lo svantaggio del richiamato meccanismo è che si tratta di una transazione soggetta ad IVA e all’imposta sul reddito delle società (Corporate Income Tax, CIT). Le commissioni sulle transazioni, l’IVA e la CIT relativi a tale forma di finanziamento vanno pertanto analizzati attentamente prima di scegliere tale opzione. Occorre poi menzionare che tali transazioni intra-societarie hanno nella loro natura problematiche di transfer-pricing da valutare con estrema cautela.

A dispetto della “precaria” natura della transazione, questi sono strumenti di finanziamento a cui le WFOE ricorrono frequentemente quando gli investitori non desiderano aumentare ripetutamente il capitale sociale. Molte delle WFOE che scelsero questa opzione erano pensate a diventare centri di costo incapaci di generare un reddito adeguato da divenire auto-sostenibili. Da quando la Cina ha escluso l’autorizzazione all’istituzione di organizzazioni straniere no profit, molte di queste, che scelsero di condurre operazioni in Cina, costituirono WFOE (società di lucro) ricorrendo a tali meccanismi di finanziamento per tenere attivi i flussi di cassa – con conseguenti rischi di essere indagati dalle autorità cinesi.

Nel prossimo articolo di questa serie discuteremo delle seguenti tematiche: holding companies per investire in Cina, nomi e indirizzi societari di una WFOE.


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