Creare una holding ad Hong Kong per fare business in Cina

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Molte delle aziende che guardano al mercato cinese decidono di stabilire una holding o un “veicolo per scopi speciali” (SPV) per gestire i loro investimenti in Cina.

Questa strategia fornisce maggiore flessibilità e una maggiore protezione alla loro struttura aziendale.

Gli investitori stranieri hanno comunemente scelto Hong Kong per creare una holding o un SPV.

Ci sono diverse ragioni per tale scelta – Hong Kong è vicino alla Cina continentale, e’ un hub chiave in Asia ed ha un sistema finanziario legale altamente sviluppato e trasparente. Inoltre, Hong Kong continua ad essere uno dei luoghi più adatti per gli affari, classificandosi quarto su 190 economie nel 2019, molto più in alto della Cina, che è classificata al 48esimo posto.

Tuttavia, recentemente si sono accentuate le preoccupazioni circa la sempre maggiore regolamentazione del contesto imprenditoriale di Hong Kong.

Marcos Salgado, Assistant Manager di Dezan Shira & Associates Business Advisory Services in Hong Kong, spiega la situazione, “Mentre ci sono state alcune preoccupazioni recenti riguardo all’inasprimento delle norme antiriciclaggio ad Hong Kong, questi cambiamenti offrono agli investitori stranieri una maggiore certezza del diritto garantendo l’integrità e la stabilità del sistema finanziario.”

Salgado aggiunge: “Inoltre, Hong Kong ha implementato un sistema fiscale sugli utili a due livelli per incoraggiare gli investimenti delle PMI”.

Pertanto, la realtà è che, sebbene il contesto imprenditoriale stia diventando sempre più difficile per gli investitori stranieri, Hong Kong detiene ancora molti vantaggi chiave per le imprese, derivanti dalla sua economia libera, dalle basse aliquote fiscali e dalla sua regolamentazione semplice e trasparente.

Perché fondare una holding a Hong Kong?

Mettiamo in evidenza tre vantaggi principali per la creazione di una holding a Hong Kong:

1) Vantaggi della struttura aziendale

Una holding ad Hong Kong solidifica la struttura della società in quanto è una base affidabile da cui investire in Cina.

Avere un’entità ad Hong Kong nella struttura del gruppo offre agli investitori una certa flessibilità in termini di gestione dei loro investimenti in Cina.

Paul Dwyer, Head of International Tax and Transfer Pricing presso Dezan Shira & Associates fornisce un chiaro esempio: “Prendiamo una struttura di holding comune che consiste in un quartier generale statunitense che possiede del tutto una società incorporata ad Hong Kong, che a sua volta interamente possiede un’entità in Cina interamente sotto proprietà estera (WFOE).”

“La WFOE in Cina può essere venduta direttamente tramite la societa’ di Hong Kong che gestisce le sue azioni. In alternativa, il quartier generale degli Stati Uniti può indirettamente vendere la WFOE mediante lo smaltimento delle sue azioni nella societa’ di Hong Kong”, spiega Dwyer.

“Ora la Cina ha regole rigorose che riguardano quest’ultimo caso in cui viene effettuata una vendita indiretta di “assets imponibili nella Repubblica Popolare Cinese”. È importante essere consapevoli di questi prcessi che discuteremo in seguito”.

2) Regime fiscale preferenziale

Hong Kong ha un regime fiscale preferenziale e adotta una base territoriale di tassazione.

L’imposta sui profitti è dovuta da ogni persona (società, partnership o impresa individuale) che svolge un’attività commerciale o professionale ad Hong Kong. L’imposta riguarda i profitti derivanti o derivati da qualsiasi attivita’ economica ad Hong Kong. In altre parole, gli utili che non derivano da attivita’ svolte ad Hong Kong non sono soggetti all’imposta sugli utili.

L’aliquota dell’imposta sugli utili di Hong Kong è molto bassa. Le entità incorporate sono soggette all’imposta sugli utili sul sistema a due livelli.

I primi 2.000.000 HKD di utili sono soggetti all’imposta sugli utili all’8,25%, mentre il resto è soggetto all’imposta sugli utili al 16,5%. Questo è piuttosto basso se confrontato con l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società (corporate income tax o CIT) della Cina del 25%. Le plusvalenze e le entrate di natura patrimoniale non sono soggette a imposte.

Hong Kong ha una rete di trattati fiscali molto estesa e non impone ritenute d’acconto sui pagamenti di dividendi e interessi.

La Cina ha concluso un accordo di doppia imposizione (DTA) con Hong Kong. Il trattato prevede un tasso preferenziale di ritenuta alla fonte sui dividendi del 5%, a condizione che siano soddisfatte determinate condizioni.

Se le condizioni necessarie sono soddisfatte, questo può essere di grande beneficio in quanto i profitti possono essere rimpatriati al quartier generale o a Hong Kong in modo efficiente, riducendo al minimo le perdite di ritenuta alla fonte.

3) Cash pooling

Se un investitore vuole riassegnare i profitti dell’impresa all’estero (FIE), una holding offre la soluzione per farlo,  eliminando cosi` la necessità di ritorno alla società madre.

I fondi possono essere raggruppati nella holding offshore, dove l’imposta sulla transazione è spesso inferiore che altrove.

Hong Kong è uno dei più grandi centri di compensazione RMB offshore. Ciò significa che i due territori sono le migliori vie per gestire finanze denominate in RMB, tra cui la ricezione di dividendi e altre commissioni da entità con sede in Cina. Consente inoltre alla holding di assumere funzioni di cash pooling.

Garantire la conformità della holding

Alla luce del programma BEPS (Base Erosion and Development) dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), le autorità fiscali di tutto il mondo stanno reprimendo la pratica delle imprese di effettuare transazioni prive di sufficiente sostanza commerciale ma che sono eseguite principalmente per ottenere un beneficio/vantaggio fiscale.

Ad esempio, la Cina ha severe norme antielusione per quanto riguarda i trasferimenti indiretti di attività imponibili.

Dwyer spiega, “E’ importante essere consapevoli di queste leggi per non agire contro la normativa. In molti casi, anche quando il trasferimento indiretto è fatto per validi motivi commerciali, ci sono dei requisiti amministrativi e di deposito.”

Sia Hong Kong che la Repubblica Popolare Cinese hanno recentemente formalizzato le norme sui prezzi di trasferimento, volte a garantire che le imprese paghino la loro giusta quota di tasse relativa alla loro legislazione nazionale.

“Queste leggi, unite alla maggiore attenzione e al controllo delle commissioni fiscali sulle transazioni, devono portare le aziende a riflettere attentamente prima di eseguire tali operazioni; è importante dimostrare ragioni commerciali giustificabili e che le transazioni siano legittime” aggiunge Dwyer.

Considerazioni finali

Nonostante i chiari vantaggi derivanti dalla costituzione di una holding a Hong Kong, le aziende dovrebbero valutare attentamente se questa sia la struttura aziendale più appropriata per loro, soppesando i pro e i contro, facendo anche un’analisi approfondita costi-benefici.

Inoltre, una volta costituita una holding in Hong Kong, è prudente fare affidamento a consulenti locali per garantire che la struttura e le entità siano conformi alle leggi e ai requisiti richiesti.