Firmato l’Accordo di Libero Scambio RCEP: Che cosa si possono aspettare gli investitori esteri in Cina?

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  • La Cina, insieme ad altri 14 Paesi, ha firmato l’accordo di Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP).
  • Una volta ratificato da parte di sei Paesi ASEAN e tre non-ASEAN, il patto entrerà formalmente in vigore entro la seconda metà del 2021.
  • Le dimensioni del RCEP rendono questo accordo molto significativo. Le economie che vi partecipano rappresentano il 29% del PIL mondiale e circa il 30% della popolazione.

Lo scorso 15 novembre, la Cina ed altri 14 Paesi hanno firmato l’accordo di Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) al Summit virtuale dell’ASEAN, formalizzando il più grande accordo di libero scambio (ALS) della storia.

Dopo otto anni di difficili trattative, una combinazione di fattori come il rallentamento globale della crescita, l’interruzione dei flussi commerciali e l’allontanamento degli USA dal multilateralismo, hanno spinto i governi partecipanti a portare avanti il patto nonostante le divergenze di lunga data. L’India ha però scelto di non far parte del RCEP sebbene il gruppo abbia lasciato la porta aperta per un eventuale futuro ingresso.

L’accordo riguarda 15 Paesi: 10 stati membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda.

Sebbene la Cina faccia parte di diversi accordi commerciali bilaterali, questa è la sua prima firma di un patto commerciale regionale multilaterale.

L’obiettivo principale del RCEP è quello di stabilire una vasta partnership economica – sulla base di accordi bilaterali esistenti fra gli ASEAN della regione con i partner degli ALS. L’Accordo sarà basato su una serie di regolamenti e standard condivisi, tariffe commerciali diminuite, procedure semplificate e sul miglioramento dell’accesso al mercato.

Per gli investitori il RCEP porterà un aumento delle nuove opportunità commerciali e di investimento nei Paesi partecipanti – con una copertura indicativa del 30% del PIL globale (26,2 trilioni di dollari) e del 30% della popolazione mondiale, a formare il più grande blocco commerciale asiatico mai esistito.

Il Premier cinese, Li Keqiang, ha descritto il patto come “una vittoria del multilateralismo e del libero scambio” ed ha affermato che il nuovo accordo è “fondamentale come risposta della regione alla pandemia da COVID-19″.

I dettagli dell’accordo di RCEP

L’accordo di RCEP include 20 capitoli contenenti i principali articoli normalmente inseriti in un accordo di libero scambio. In particolare, esso porta notevoli progressi nell’armonizzazione delle regole sull’origine e nel rafforzamento delle misure di protezione della proprietà intellettuale. Ma alcuni critici hanno sottolineato, rispetto al CPTPP, impegni più deboli relativamente al commercio elettronico e l’omissione di una clausola di tutela del lavoro e dell’ambiente.

Regole comuni sull’origine

Una delle modifiche più significative del RCEP è che le regole sull’origine saranno unificate per l’intero blocco. Questo significherà che, all’interno della regione, gli investitori potranno chiedere un solo certificato di origine per lo scambio delle merci e potranno evitare il tedioso processo di controllo e armonizzazione ai criteri riguardanti le specifiche regole sull’origine di ogni paese.  Una volta implementata questa procedura, gli investitori incorreranno in minori costi, ulteriore flessibilità e nella semplificazione delle catene di fornitura regionali.

Commercio di prodotti – tariffe ridotte

Secondo il RCEP, saranno eliminate le tariffe per circa il 92% dei prodotti con un’implementazione progressiva nei prossimi 20 anni, sulla base delle “Tabelle degli impegni tariffari” di ogni Parte. Questo consentirà di avere un accesso preferenziale negli scambi fra i mercati dei Paesi partecipanti all’Accordo. Saranno comunque esclusi da queste riduzioni tariffarie alcuni prodotti agricoli e sensibili.

Commercio di prodotti – procedure doganali semplificate

La semplificazione delle procedure doganali ed il miglioramento delle agevolazioni commerciali migliorate consentiranno l’efficiente amministrazione delle procedure ed il rapido sdoganamento delle merci, compreso lo svincolo delle spedizioni espresse e delle merci deperibili entro sei ore dall’arrivo.

Scambio di servizi

Sulla base del RCEP, almeno il 65% dei settori riguardanti i servizi saranno completamente aperti agli investitori esteri, con l’impegno di innalzare il tetto limite alla partecipazione estera in vari settori quali i servizi professionali, le telecomunicazioni, i servizi finanziari, i servizi telematici e i servizi logistici e di distribuzione.

Come per il sistema delle liste negative in Cina, anche il RCEP adotterà un approccio tipo ‘lista negativa’, in cui il mercato sarà completamente aperto ai fornitori di servizi stranieri, a meno che non rientri in questo elenco. Ciò garantisce la trasparenza delle normative e delle misure che porteranno maggiore sicurezza alle imprese.

Investimenti

Il RCEP semplifica le procedure richieste agli investitori per entrare, espandersi o operare nei Paesi partecipanti all’Accordo. Previene inoltre l’adozione di ulteriori misure restrittive ed include un meccanismo integrato di risoluzione delle dispute Stato-Investitore a cui gli stati membri possono fare riferimento.

Protezione della Proprietà Intellettuale

Il RCEP innalza gli standard di rafforzamento e protezione della PI in tutti i Paesi partecipanti. Oltre ad assicurare normalmente i diritti di protezione del copyright e dei marchi, esso si occupa anche della protezione dei marchi non tradizionali (marchi sonori, una più ampia gamma di disegni e modelli industriali) e delle forme di copyright digitale, che va al di là di quanto previsto dal CPTPP.

E-commerce

L’accordo copre ambiti come la protezione online dei consumatori, la protezione online dei dati personali, la trasparenza, il commercio virtuale e l’accettazione della firma elettronica. Include inoltre impegni riguardanti il flusso transnazionale di dati. Questi fattori consentono alle imprese di disporre di un ambiente più favorevole per il commercio digitale oltre ad un maggiore accesso ai mercati RCEP.

Appalti pubblici

I Paesi facenti parte del RCEP si sono impegnati a pubblicare leggi, regolamenti e procedure riguardanti gli appalti pubblici, oltre alle opportunità di appalti, ove disponibili. Questo consente una maggiore trasparenza per le imprese nel seguire le opportunità di mercato legate agli appalti pubblici nella regione. Il RCEP si è inoltre impegnato ad effettuare una revisione volta al futuro miglioramento di questo aspetto.

Significato del RCEP per chi investe in Cina

Il RCEP ha un grande significato per la regione, per la Cina e per gli investitori esteri.

Una volta attivo, creerà il maggiore blocco commerciale asiatico e scambi valutati 12,4 trilioni di dollari.

A livello regionale, il patto è di dimensioni grandiose non solo perché riunisce 15 economie asiatiche molto diverse fra di loro e cerca di trovare un terreno di lavoro comune, ma anche perché offre un modo per amalgamare accordi commerciali multipli, bilaterali e trilaterali, già esistenti – ad esempio, mettendo insieme alcuni dei benefici di RCEP, CPTPP e del Nuovo Patto sulle Catene di Fornitura Nuova Zelanda-Australia-Giappone-India.

Per gli investitori che operano negli ASEAN, in Cina ed in altre regioni, il RCEP porta buone notizie. La semplificazione delle procedure doganali, le regole unificate sull’origine ed il miglioramento dell’accesso al mercato renderanno gli investimenti in più sedi una strategia d’investimento molto più valida e attraente, e probabilmente porteranno alla ribalta i modelli di business “Cina + 1“. Le regole comuni sull’origine abbasseranno i costi per le imprese con catene di fornitura che si estendono in tutta l’Asia e potrebbero incoraggiare le multinazionali nei Paesi RCEP a creare catene di fornitura in tutto il blocco, facendo così crescere l’attività globale della catena di valore nella regione. Questo nuovo blocco commerciale vedrà presumibilmente anche un maggiore flusso di beni da Paesi dove i costi di produzione sono alti, come Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Singapore, verso Paesi con costi del lavoro più bassi, come Cambogia, Laos e Myanmar. Il vantaggio di prodotti più economici si diffonderà in tutto l’ASEAN e negli altri membri di RCEP, oltre a filtrare i consumatori in Europa e negli Stati Uniti.

Nonostante molti Paesi RCEP abbiano accordi bilaterali di libero scambio, il maggiore impatto sul commercio sarà quello su Paesi che attualmente non hanno accordi bilaterali fra di loro, come Giappone-Cina, Giappone-Corea del Sud e Giappone-Nuova Zelanda.

Per la Cina il Giappone è il secondo maggiore partner commerciale, dopo gli USA, e detiene una percentuale del 6% sulle esportazioni totali e dell’8% sulle importazioni. Secondo un’analisi della DBS Bank, per la Cina i risparmi tariffari sulle importazioni dal Giappone ammonteranno a 7,3 miliardi di dollari in tutti i segmenti delle attrezzature di trasporto, dei macchinari e delle apparecchiature elettriche, prodotti chimici, plastica e gomma e metalli. Ma considerando le dimensioni della Cina, questo si tradurrà in un impatto relativamente netto dello 0,05 del PIL.

Secondo le stime degli economisti della Johns Hopkins University, il RCEP aggiungerà 186 miliardi di dollari alle dimensioni dell’economia globale e lo 0,2% al prodotto interno lordo dei suoi membri.

Se ratificato da sei Paesi ASEAN e da tre Paesi non-ASEAN, il patto entrerà formalmente in vigore, già nella seconda metà del 2021.