La Cina cambia, l’Asia avanza

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Dezan Shira & Associates festeggerà nel 2012 un ventennio di attività nell’assistenza agli investimenti diretti esteri in Cina. In questi anni siamo stati testimoni dell’enorme cambiamento avvenuto in Cina, ma anche dell’effetto domino provocato dalla corsa di questo immenso paese alla globalizzazione, della sua partecipazione a essa, e anche delle forti trasformazioni avvenute in altri Paesi dell’Asia. Questo ha, di fatto, spinto la nostra società ad aprire nel corso degli ultimi quattro anni uffici sia in India sia in Vietnam.

Durante i primi anni novanta, sarebbe stato impensabile immaginare una crescita oltre la muraglia.

La Cina appariva talmente estesa e con un gran bisogno d’investimenti e di servizi professionali, che sembrava quasi impensabile estenderci oltre il suo confine.  Quella logica è ora superata e proprio la crescita cinese ha dato man mano la spinta per quasi tutto il resto dell’Asia.

Dal Bangladesh alla Cambogia, all’Indonesia e oltre, gli investimenti diretti esteri hanno ora un’ampia scelta per l’insediamento di unità produttive, senza contare i vari mercati emergenti di decine di milioni, se non centinaia di milioni, di consumatori cui vendere prodotti e servizi.  Pur essendo iniziato come il secolo cinese, è ormai chiaro che almeno la sua prima metà vedrà l’ascesa e la crescita di una regione ancor più imponente: l’Asia emergente. 

Quelle che prima erano semplici mete turistiche esotiche sono ora economie in forte crescita. Germogli di classe media e nuove opportunità s’intravedono in tutta l’Asia. La Cina, é continuo mutamento; da un primo esordio con un sistema normativo fiscale e delle norme sugli investimenti relativamente poco strutturati, il Paese si è molto evoluto e sta cambiando il proprio piano d’investimenti per affrontare le sfide del prossimo ventennio. 

La Cina ha profittato finora del boom di popolazione in età lavorativa e di costi della manodopera irrisori. Adesso la popolazione sta invecchiando, il dictat demografico la vedrà diventare, almeno in alcune zone, molto meno competitiva in taluni settori industriali, in particolare in quelli con maggior impiego di manodopera. In altri settori, tuttavia, soprattutto quelli a supporto della crescita del consumo interno, la Cina rimarrà dominante.  A controbilanciare tutto questo ci sarà lo sviluppo che ha preso piede in altri paesi asiatici.

Da Paesi quali lo Sri Lanka, allo sviluppo della costa est del Vietnam quale economica alternativa per la produzione, alla ormai certa creazione di un altro enorme mercato, visto l’esordio delle riforme interne in India, è evidente che la partita non si gioca più solo in Cina, si gioca in Asia. 

Nel numero di dicembre 2010 di China Briefing, sulla scia del successo dell’edizione del 2009, Le principali città asiatiche a confronto, andremo a esplorare gli aspetti demografici, commerciali e fiscali in tutta l’Asia, e forniremo dati e statistiche per evidenziare quali siano i paesi inflazionati e quelli dove c’é ancora spazio di manovra. Faremo anche qualche riflessione per ognuno dei 19 paesi e territori descritti, dal Bangladesh al Vietnam, e li confronteremo proprio con la Cina.

Per le multinazionali interessate a produrre o vendere in questi mercati, questi numeri sono fondamentali per avere un’istantanea non solo della Cina, e di come questa stia evolvendo, ma di come gli altri mercati asiatici stanno diventando complementari o alternativi a essa. Poiché la situazione finanziaria è da sempre il motore che spinge gli investimenti, in queste pagine identificheremo i costi per la manodopera, gli oneri fiscali e i relativi costi generali. Comunque, se la Cina cresce, crescono anche gli scambi in Asia, ed è proprio su quest’aspetto, sugli oneri fiscali e sui costi della manodopera che ci concentreremo su questo numero di China Briefing.