Il Mercato F&A in Cina

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Dopo il periodo d’oro del 2008, le attività di fusione e acquisizione in Cina hanno sperimentato una considerevole espansione nel 2009 e nel 2010. Nonostante le F&A dall’estero siano rimaste rilevanti negli ultimi due anni, il decollo è avvenuto per le acquisizioni cinesi all’estero. Sia le società statali che quelle private in possesso del capitale e delle risorse necessari per effettuare F&A di grande entità sono state attive nelle F&A transfrontaliere.

L’attività di F&A cinese si è concentrata principalmente nell’industria delle risorse naturali, compresi petrolio, carbone e altri minerali. Per venire incontro ai bisogni energetici della Cina, già enormi e in costante crescita, sia le società statali che quelle private hanno guardato all’estero. Nel 2009, la società petrolifera cinese Sinopec ha comprato la società svizzera Addax Petroleum per oltre 6 miliardi di dollari, e una società mineraria cinese, Yanzhou Mining, ha acquisito la società di proprietà australiana Felix Resources per oltre 3 miliardi di dollari.

Le F&A cinesi dirette all’estero hanno acquistato ancora più velocità nel 2010. In ottobre 2010, China Petrochemical ha comprato la società brasiliana Repsol per 7,1 miliardi di dollari, la maggiore acquisizione dell’anno nel settore energetico. Le F&A nel campo delle risorse naturali sono rimaste centrali, ma il governo cinese sta progettando un’espansione in altri settori, quali quello tecnologico, dei servizi e manifatturiero. Nell’agosto 2010, la cinese Geely Holding Group ha completato l’acquisizione del costruttore di automobili Volvo, di proprietà della Ford, per 1,5 miliardi di dollari.

Il numero degli investimenti provenienti dall’estero attraverso fusioni e acquisizioni ha anch’esso visto un aumento dalla crisi economica in avanti. Società coreane, taiwanesi, statunitensi, australiane ed europee hanno sempre più preso in considerazione la possibilità di espandere il loro raggio di attività a livello globale attraverso una serie mirata di transazioni nel mercato cinese e di Hong Kong.

Industrie emergenti come quella tecnologica e alimentare hanno guardato alla Cina per diversificare i loro mercati a fronte della crisi economica che ha ingolfato mercati tradizionali come quelle europeo e statunitense.

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