La frode finanziaria sulle IPO cinesi negli Stati Uniti impone una migliore due diligence finanziaria

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L’anno appena conclusosi è stato particolarmente ricco di eventi riguardanti le compagnie cinesi quotate nei listini americani. Ricordiamo, tra i maggiori titoli, il provider internet ChinaCache International Holdings Ltd quotato al Nasdaq, il rivenditore al dettaglio on-line China Dangdang Inc quotato al Nyse, e il sito Internet per la condivisione video Youku.com, sempre sul Nyse, la cui offerta pubblica iniziale (IPO) ha riscosso particolare successo raddoppiando il prezzo di scambio. I titoli cinesi, soprattutto quelli legati a Internet, sono sempre più richiesti sulla piazza americana.

Si prevede un anno ancor più promettente, con una crescita prevista pari al 50% per le offerte pubbliche iniziali cinesi sui listini americani.  Gli analisti stimano l’ingresso di 60 società cinesi (sono state 41 nel 2010), uno slancio, secondo il China Daily, probabilmente innescato dalla prevista crescita economica, dall’apprezzamento del RMB e dei successi delle IPO dello scorso anno. Dette società, per lo più piccole e medie imprese legate al web o all’alta tecnologia, hanno un importante potenziale di crescita, ma nessun profitto ancora registrato.

Tra le società in lizza quest’anno per la borsa americana troviamo:

  • Taobao, l’alterego di Alibaba, piattaforma per il commercio tra utenti privati, numero uno in Cina.
  • Tudou, sito per video on-line simile a Youku.
  • RenRen, il Facebook cinese
  • VANCL, rivenditore al dettaglio molto popolare per l’abbigliamento

 

Tra società su cui scommettere, quotazioni ed estensioni dei crediti on line e cloni della piattaforma Groupon, americani e stranieri avranno la possibilità di scegliere tra una miriade di investimenti indiretti in Cina. I fatti recenti, tuttavia, ci mostrano che non è tutt’oro quel che luccica e che il settore sarà sempre più rischioso.

Molti esperti parlano già di speculazioni in relazione ai titoli delle IPO cinesi; non solo in riferimento all’enorme numero di società cinesi in attesa di essere quotate, ma anche a tutte quelle che prevedono di quotarsi nel mercato statunitense. Altri scorgono un inquietante parallelismo tra la situazione attuale e l’entusiasmo per i titoli legati a Internet che caratterizzò gli anni ’90.

Come ha fatto recentemente notare Forbes, “le parole “Cina” e “Internet” sono sufficienti a mandare in visibilio gli investitori”. (G. Epstein, su Forbes, edizione di Pechino, 9/12/2010)

In realtà, tuttavia, questo gran numero di società cinesi che stanno per lanciare le loro IPO negli Stati Uniti potrebbe risultare, in modo illusorio, minore a causa di un processo finanziario conosciuto come fusione inversa (reverse merger o reverse takeover RTO).  Questa pratica, legale e legittima sotto il profilo finanziario, è particolarmente in voga tra le società cinesi e talvolta ha anche lo scopo di coprire vere e proprie frodi finanziarie. Come possono proteggersi dunque gli investitori? Due diligence, due diligence, e ancora due diligence.

Ha fatto scalpore la notizia del mese scorso che quattro delle figure principali in Deloitte hanno rassegnato improvvisamente le proprie dimissioni da revisori di China MediaExpress Holdings (CMEC), società pubblicitaria cinese quotata al Nasdaq dal 2009 proprio attraverso una fusione inversa. Il titolo della società era stato sospeso dopo una perdita del 48% in sei settimane.

La China MediaExpress Holdings era stata soggetto di una sfilza di analisi negative (ben pubblicizzate sui siti statunitensi www.thestreet.com e www.seekingalpha.com) che contestavano praticamente ogni aspetto del business della società. Questi report sono giunti al culmine il 12 marzo 2011 con un dossier ad hoc di Seeking Alpha, in cui l’autore, dopo una visita a sorpresa al quartier generale di CMEC in Cina, ha parlato di una “vera e propria truffa” ( Seeking Alpha, 14 marzo 2011).

Questo caso, tuttavia, è solo l’ultimo di una lunga serie di “problemi” dovuti a società cinesi quotate sulle piazze americane, sia tramite IPO che fusioni inverse. E non sarà a quanto pare l’ultimo. Sull’onda di questo episodio legato al dilagante scandalo, una serie di società cinesi quotate sui listini americani sono finite sotto un’enorme lente d’ingrandimento.  (Seeking Alpha- CMEC: Stocks to Watch in the Wake of this Scandal, 16 marzo 2011).