La Nuova Strategia dell’UE sulla Cina: Che cosa implica per le Imprese

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In questo articolo ci occupiamo di come il “Rapporto su una Nuova Strategia UE-China’ potrebbe influenare i futuri impegni dell’UE con Pechino sui problemi di carattere economico, commerciale, politico e di sicurezza e come le imprese europee potrebbero essere influenzate più dalla posizione di Bruxelles che dalla Cina, dato che quest’ultima si sta muovendo a tutta velocità su continue riforme di apertura del mercato.

Il 16 Settembre 2021 il Parlamento Europeo ha approvato un Rapporto su una Nuova Strategia UE-Cina (il Rapporto UE) con 570 voti a favore, 61 contrari e 40 astenuti. Il Rapporto delinea sei pilastri sui quali l’Unione Europea (UE) dovrebbe fondare una nuova strategia di impegno con la Cina: cooperazione sulle sfide globali, impegno sulle norme internazionali e i diritti umani, identificazione di rischi e vulnerabilità, creazione di collaborazioni con partner con interessi simili, miglioramento dell’autonoma strategica, e difesa dell’UE come attore geopolitico e dei suoi interessi sulla scena globale.

Quali sono i punti chiave del nuovo rapporto sulla strategia UE-Cina?

Affrontare le sfide globali che richiedono cooperazione

Il Rapporto UE stabilisce che la strategia del blocco coinvolgerà la Cina nei dialoghi riferiti alle sfide globali. Le sfide comprendono le questioni riguardanti i diritti umani, il disarmo nucleare, il cambiamento climatico, la ripresa economica dal COVID-19 ed altre questioni sanitarie a livello globale, l’interscambio di studenti e la riforma delle organizzazioni internazionali. In termini di geopolitica, il Parlamento Europeo ha evidenziato gli sviluppi in Afghanistan, Hong Kong e Corea del Nord.

La promozione dei diritti umani

Il Parlamento Europeo ha condannato le sanzioni imposte dalle autorità cinesi, che minano la fiducia e ostacolano la cooperazione bilaterale. Il Rapporto UE sottolinea inoltre che il processo di ratifica dell’Accordo Generale sugli Investimenti UE-Cina (CAI) non potrà iniziare finché alcune delle sanzioni elevate contro Istituzioni e Membri del Parlamento Europeo (MEPs) non saranno revocate.

Il CAI, accordo di apertura del mercato proposto nel 2013 e raggiunto inizialmente il 30 Dicembre 2020, deve essere ancora firmato e ratificato (vedi PDF qui). Il CAI prevede un’ulteriore apertura dei mercati interni della Cina alle aziende UE con modifiche all’ambiente economico in cui opera la maggior parte delle imprese europee. La Cina dovrebbe inoltre rimuovere i trasferimenti forzati di tecnologia, il capitale azionario, i requisiti per le joint venture e una serie di altre restrizioni.

Il Parlamento Europeo ha richiesto inoltre che il Servizio Europeo di Azione Esterna (EEAS) e la Commissione forniscano consulenza commerciale sulle catene di approvvigionamento, con una guida per le aziende sui rischi dell’utilizzo del presunto lavoro forzato e un aiuto al reperimento di forniture alternative.

Individuazione di rischi e sfide

Il Rapporto UE individua rischi politici, sociali, tecnologici ed economici associati alla Cina. Il Parlamento Europeo suggerisce, fra l’altro, che il “maggiore coordinamento” fra il Blue Dot Network e la strategia di connettività dell’UE, come alternativa alla Belt and Road Initiative (BRI) cinese.

Il Rapporto UE chiede una revisione a livello europeo della dipendenza dell’UE dalla Cina in alcuni settori critici e strategici (comprese le forniture farmaceutiche), sulla base della recente analisi globale intitolata “Dipendenze e capacità strategiche” (SWD(2021)0352), che definisce i piani per ridurre i rischi legati alle dipendenze indesiderate, pur mantenendo le relazioni generali con la Cina.

Un altro argomento di importanza strategica è stato identificato nelle reti 5G e 6G. Il Parlamento Europeo ritiene importante garantire che le aziende che non soddisfano gli standard di sicurezza previsti siano escluse dallo sviluppo delle reti 5G e 6G dell’UE.

Sono state sollevate questioni sui problemi legati alla sicurezza, compresi i cyber-attacchi informatici, lo spionaggio informatico, le campagne di disinformazione e i furti di proprietà intellettuale.

Creazione di partnerships

Un altro punto chiave del Rapporto UE era il desiderio di creare collaborazioni con partner che condividono prospettive geopolitiche come USA, Regno Unito, Canada, India, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Taiwan ed Australia, e di rinforzare le relazioni con l’ASEAN e l’Unione Africana.

Il Rapporto UE afferma l’importanza primaria per l’UE di sviluppare e promuovere una relazione transatlantica dinamica ed ambiziosa con il governo degli USA e sottolinea che il nuovo dialogo UE-USA sulla Cina dovrebbe essere uno dei meccanismi per promuovere gli interessi comuni e gestire le divergenze.

Il Parlamento Europeo stabilisce anche l’importanza, per la Commissione UE, di fornire rapporti completi e puntuali sul più ampio accordo mondiale di libero scambio – il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP).

Incoraggiare l’autonomia nelle relazioni commerciali e di investimento

L’UE tende a diminuire la dipendenza dalla Cina investendo in ricerca e innovazione in settori quali le telecomunicazioni, il cloud computing, l’estrazione di terre rare, la produzione di semiconduttori e microchip. Mira inoltre a verificare la possibilità di mettere in comune risorse con altri Paesi.

Nel 2020 la Cina è stata il principale partner commerciale di beni dell’UE , anche se con una bilancia commerciale a svantaggio dell’UE; gli Stati Uniti, tuttavia, rimangono il primo partner dell’UE nel commercio combinato di beni e servizi.

Il Rapporto UE ritiene che i livelli di investimento reciproci non abbiano raggiunto il loro pieno potenziale. Comunque, nonostante il Parlamento UE creda nei benefici economici derivanti dal commercio con la Cina, sarà necessario un quadro dei valori ed un impegno nelle questioni riguardanti i diritti umani.

E’ stato richiesto alla Commissione Europea di esaminare la dipendenza dell’UE per le materie prime essenziali, alcune delle quali provenienti esclusivamente dalla Cina, e di diversificarne l’accesso. Un’altra preoccupazione è rappresentata dall’eccesso di acciaio e alluminio ed il Parlamento europeo spera che la Cina si impegni nuovamente nel Forum globale per eliminare gli eccessi e pareggiare la propria posizione sul campo.

Per quanto riguarda le relazioni commerciali fra UE e Cina, si pone l’accento sulla creazione di una relazione reciprocamente vantaggiosa. Esiste la preoccupazione che la “strategia sulla doppia circolazione” cinese a cui si fa riferimento nel 14° Piano Quinquennale, possa influenzare l’ambiente economico nel quale operano le imprese europee.

L’Europa quale attore geopolitico

Il Parlamento Europeo intende garantire all’UE un ruolo di attore geopolitico più efficace attraverso il lavoro con più Paesi, e assicurando che si possano fornire attività commerciali, investimenti e prestiti che possano competere con quelli della Cina.

Quali sono le implicazioni per le imprese?

Nonostante il Rapporto UE riconosca il significato del ruolo della Cina nella sua posizione commerciale e nell’affidabilità per le materie prime essenziali ed i settori critici, esso dichiara che la cooperazione UE-Cina è necessaria per affrontare le sfide globali; svelando così un tono che, nel suo complesso, sembra “di condiscendenza”.

Per quanto riguarda il CAI UE-Cina, pur concordando sulle implicazioni positive dell’accordo nell’affrontare le carenze legate alle asimmetrie di accesso al mercato, la parità di condizioni e lo sviluppo sostenibile attraverso un impegno basato sulle regole, il rapporto dell’UE sottolinea che i CAI, da solo, non risolverebbe tutte le questioni che affliggono le relazioni economiche e politiche UE-Cina.

Il Rapporto UE pertanto propone una serie di misure unilaterali potenziate e più assertive da parte dell’UE. Il Rapporto sottolinea inoltre che il Parlamento Europeo esaminerà nel dettaglio l’accordo CAI.

In particolare, nonostante non sia nuovo, il Rapporto UE connette formalmente il CAI con la questione dei diritti umani e delle sanzioni contro le istituzioni e i MEPs dell’UE che rendono più difficile l’anticipazione della ratifica a breve termine del CAI stesso.

Le imprese dell’UE, diffidenti riguardo al loro accesso in Cina e sull’ulteriore apertura del mercato, dovranno mantenere la calma e aspettare gli ulteriori sviluppi. Un aspetto positivo è che in Cina sono in corso le riforme commerciali delle quali beneficeranno tutte le aziende straniere in diversi settori e regioni, a prescindere dallo status del CAI.

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