Economia cinese 2023: un anno di crescita e ripresa

Posted by Written by Arendse Huld Reading Time: 16 minutes

Secondo i dati positivi registrati negli ultimi tre trimestri del 2023, l’economia cinese è destinata a superare gli obiettivi di crescita. Dopo la revoca delle restrizioni COVID-19, oltre alla forte crescita del PIL, gli indicatori per i consumi, i servizi e la produzione industriale mostrano il rimbalzo dei segmenti chiave dell’economia. Allo stesso tempo, settori come il commercio estero e gli investimenti privati sono rimasti indietro, mettendo in luce una ripresa disomogenea. Esaminiamo la performance economica della Cina nel 2023 e discutiamo le tendenze emerse nell’era post-COVID.

L’8 gennaio 2023, la Cina ha ufficialmente declassato il COVID-19 a “malattia infettiva di categoria B”. Con questo atto, il Governo ha revocato un lungo elenco di restrizioni e regolamenti volti a contenere la diffusione del virus, come le restrizioni sui viaggi interni e internazionali e la quarantena obbligatoria per viaggiatori in entrata e persone infette.

Molti comparti dell’economia, ristagnanti a causa delle rigide regole legate al COVID-19, sono stati quindi in grado di operare nuovamente, mentre la ripresa dei movimenti e dei viaggi ha scatenato i consumi repressi.

Le successive iniziative di rilascio di tutti i tipi di visti hanno anche reso nuovamente possibili, per la prima volta in tre anni, i viaggi d’affari internazionali: un enorme vantaggio per le aziende e gli investitori stranieri.

La ripresa dell’attività economica nel 2023 si riflette nei dati economici positivi registrati nei primi 11 mesi dell’anno, dai servizi ai consumi e alla produzione industriale.

Tuttavia, sebbene dopo la pandemia l’economia cinese abbia registrato una ripresa, permangono diverse aree di debolezza. La ripresa non è stata del tutto fluida ed equilibrata, con alcuni settori che hanno registrato performance migliori di altri.

In questo articolo, esaminiamo come si è sviluppata la ripresa della Cina nel corso del 2023, le tendenze emerse e gli sforzi in corso, da parte del Governo, per affrontare i problemi che ancora persistono e promuovere una crescita sostenibile nell’era post-COVID.

Panoramica dell’economia cinese nel 2023

  • PIL Q1 – Q3: 91,3 trilioni di RMB (12,89 trilioni di dollari); +5,2% a/a
  • Vendite al dettaglio gennaio – novembre 2023: 42,8 trilioni di RMB (6,04 trilioni di dollari); +7,2%
  • Valore aggiunto industriale gennaio – novembre 2023*: +4,3%
  • Esportazioni di importazione da gennaio a novembre: 37,96 trilioni di RMB (5,36 trilioni di dollari): +0%
  • Investimenti in immobilizzazioni da gennaio a novembre: 46 trilioni di RMB (6,5 trilioni di dollari); +2,9%
  • Investimenti diretti esteri da gennaio a ottobre: 987 miliardi di RMB (139,4 miliardi di dollari); -9,4%

*Valore aggiunto delle aziende con un reddito d’impresa principale annuo superiore a 20 milioni di RMB (2,8 milioni di dollari USA).

La crescita del PIL cinese nel 2023

Sebbene il Governo avesse già iniziato ad allentare il sistema di contenimento della pandemia alla fine del 2022, la persistente incertezza dovuta alla possibile reintroduzione delle restrizioni e l’ansia per la diffusione del virus hanno impedito un rimbalzo immediato. I settori più duramente colpiti, come la ristorazione e la vendita al dettaglio, hanno faticato a riprendersi a causa dei bassi tassi di consumo, mentre la produzione industriale e manifatturiera è rimasta ostinatamente bassa.

Nel 2023, con il declassamento ufficiale del COVID-19 a malattia a basso rischio, la Cina ha rimesso la sua economia sulla buona strada per la ripresa. La crescita nel primo trimestre ha raggiunto il 4,5%, battendo le previsioni di Wind e Reuters, ma mancando l’obiettivo di crescita per l’intero anno di “circa il 5%” fissato durante le due sessioni del 2023.

Nel primo trimestre dell’anno, mentre l’economia stava iniziando a riprendersi, i viaggi e i consumi sono rimasti al di sotto dei livelli pre-pandemia, con molte persone ancora in casa durante le vacanze del Capodanno cinese 2023, normalmente considerato periodo di alta stagione per lo shopping ed i viaggi.

Allo stesso tempo, la produzione industriale è stata ostacolata dalla carenza di manodopera a causa della diffusione del COVID-19 tra i lavoratori.

La crescita è aumentata notevolmente nel secondo trimestre, con il PIL semestrale che ha raggiunto il 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il PIL, nel solo secondo trimestre, ha raggiunto il 6,3% su base annua: il tasso di crescita trimestrale più rapido registrato dal secondo trimestre del 2021.

In questo periodo anche i consumi hanno registrato una sana crescita, con le vendite al dettaglio totali di beni di consumo che hanno raggiunto i 22,76 trilioni di RMB (circa 3,17 trilioni di dollari), con un aumento dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 e di 2,4 punti percentuali in più rispetto al primo trimestre. I numeri dei consumi sono stati sostenuti in parte dal ritorno dei viaggi nazionali e internazionali, come evidenziato dalla forte performance del settore dei viaggi durante la settimana di vacanze del Primo Maggio.

Sebbene la crescita nel 2023 sia stata un po’ irregolare, nei primi tre trimestri il PIL è comunque cresciuto a una media del 5,2% su base annua, raggiungendo un totale di 91,3 trilioni di RMB (12,89 trilioni di dollari).

È importante notare che i tassi di crescita del PIL nel 2023 saranno influenzati da una bassa base di partenza, a causa della lenta crescita nel 2022, in particolare nel secondo trimestre, quando la crescita ha registrato appena lo 0,4% su base annua. Nonostante ciò, l’aumento indica un significativo miglioramento dell’attività economica rispetto al 2022, con rimbalzi indiscutibili in settori come i servizi e i consumi.

Industria e manifatturiero

La produzione industriale e manifatturiera di valore aggiunto della Cina è rimasta relativamente stabile per tutto il 2023, sebbene alcuni settori abbiano registrato performance migliori di altri.

Il valore aggiunto industriale e il valore manifatturiero complessivi si sono attestati intorno a una cifra media, ma sono aumentati considerevolmente negli ultimi mesi dell’anno. Nel novembre 2023, il valore aggiunto delle industrie al di sopra delle dimensioni considerate (quelle con un reddito d’impresa principale superiore a 20 milioni di RMB) è aumentato del 6,6% su base annua. Nel periodo da gennaio a novembre, questo tasso di crescita è stato in media del 4,3% su base annua.

La produzione automobilistica si è ripresa molto bene, registrando una crescita a due cifre per la maggior parte dell’anno e raggiungendo un picco del 44,6% su base annua nel mese di aprile (influenzato dal basso effetto base del 2022). Si prevede inoltre un record di vendite ed esportazioni nel 2023. A novembre si sono prodotte 2,95 milioni di auto, con un aumento del 23,6% su base annua. La produzione includeva 1 milione di veicoli a nuova energia (NEV), con un aumento del 35,6% rispetto all’anno precedente.

Il valore aggiunto dell’industria manifatturiera elettronica, invece, è rimasto relativamente basso nei primi sette mesi dell’anno, forse a causa della debolezza della domanda estera che ha portato ad un basso numero di esportazioni. La produzione è però ripresa da agosto e il settore ha superato il 10% di crescita su base annua a novembre, un numero che si riflette nell’aumento delle esportazioni nello stesso mese.

Il valore aggiunto prodotto nel 2023 si è orientato a favore delle imprese statali (SOE), evidenziando la ripresa disomogenea dei settori pubblico e privato nell’era post-COVID. A novembre, il valore aggiunto delle imprese statali è aumentato del 7,3% su base annua, superiore a quello delle imprese private (in aumento del 5,2% su base annua) e delle imprese a partecipazione straniera, di Hong Kong, Macao e Taiwan (4,4% su base annua).

Gli ultimi dati sulla produzione di valore aggiunto del settore privato sono tuttavia migliorati rispetto all’inizio dell’anno; secondo i dati del primo semestre 2023, il valore aggiunto delle aziende private è cresciuto solo dell’1,9% su base annua, mentre, in questo periodo, il valore aggiunto delle aziende di Stato è cresciuto del 4,4% su base annua.

Ripresa dei servizi e dei consumi

Il settore dei servizi è stato particolarmente colpito dalle restrizioni dovute al COVID-19.

Con il crollo dei consumi, a causa dei lockdown e di altre restrizioni alla circolazione, nel 2022 le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,2% su base annua. Inoltre, il valore aggiunto di settori come i trasporti e l’ospitalità è diminuito rispettivamente dello 0,8% e del 2,3% su base annua (nonostante i settori dei servizi che non dipendono dalle interazioni dirette, come la finanza e l’IT, abbiano registrato risultati molto migliori).

Il rimbalzo del settore nel 2023 è quindi indicativo della ripresa complessiva dell’economia cinese. Nei primi tre trimestri del 2023, il valore aggiunto del settore dei servizi è cresciuto del 6% su base annua, con un’accelerazione rispetto alla crescita del 2,3% su base annua dell’anno precedente.

Nei primi tre trimestri, i settori che hanno sofferto a causa delle restrizioni COVID hanno registrato risultati particolarmente buoni, con la ristorazione e l’ospitalità in aumento del 14,4% su base annua e i trasporti, lo stoccaggio ed i servizi postali in aumento del 7,5% su base annua.

Gli indici di produzione nei mesi successivi mostrano come i settori dei servizi stiano mantenendo una forte crescita. Da gennaio a novembre 2023, l’indice nazionale della produzione del settore dei servizi è aumentato dell’8% su base annua: 0,1 punti percentuali in più rispetto al periodo gennaio-ottobre.

A novembre anche la produzione in diversi settori dei servizi ha registrato una crescita a due cifre:

  • Il settore dell’ospitalità e della ristorazione è aumentato del 30,6% su base annua, con un aumento di 9,3 punti percentuali rispetto a ottobre;
  • Il settore dei trasporti, dello stoccaggio e dei servizi postali è cresciuto del 15,1% su base annua, con un aumento di 1,9 punti percentuali rispetto a ottobre;
  • Il settore della trasmissione di informazioni, del software e dei servizi IT è cresciuto del 13,3% su base annua, con un aumento di 2,4 punti percentuali rispetto a ottobre; e
  • Il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio è aumentato dell’11,9% su base annua, con un aumento di 1,9 punti percentuali rispetto a ottobre.

Il rimbalzo dei servizi è stato trainato da un marcato aumento dei consumi, in particolare a partire dal secondo trimestre. Da gennaio a novembre, le vendite al dettaglio totali di beni di consumo hanno raggiunto i 42,8 trilioni di RMB (6,04 trilioni di dollari), con un tasso del 7,2% su base annua. Escludendo le automobili, le vendite totali hanno raggiunto i 38,5 trilioni di RMB (5,44 trilioni di dollari), con un aumento del 7,3% su base annua.

Solo a novembre le vendite di merci sono cresciute dell’8% su base annua, raggiungendo i 3,69 trilioni di RMB (521,15 miliardi di dollari). Inoltre, i ricavi dei servizi di ristorazione hanno raggiunto i 558 miliardi di RMB (78,8 miliardi di dollari), con un aumento del 25,8% rispetto a novembre 2022, anche se il basso effetto base dell’anno precedente significa che le cifre di crescita sono elevate.

Nel 2023 anche lo shopping online ha registrato un notevole aumento, anche se i lockdown del 2022 hanno spinto a un aumento delle vendite online. Da gennaio a novembre 2023, le vendite al dettaglio online sono cresciute dell’11% su base annua, raggiungendo un totale di 13,96 trilioni. Di questi, le vendite al dettaglio online di beni fisici sono aumentate dell’8,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, raggiungendo 11,77 trilioni di RMB (1,66 trilioni di dollari), pari al 27,5% delle vendite al dettaglio totali di beni di consumo. Le vendite al dettaglio online di beni fisici, cibo, abbigliamento e articoli per la casa sono aumentate rispettivamente del 12%, 9,2% e 7,5%.

Commercio estero

Nel 2023 il commercio estero è stato uno dei punti dolenti dell’economia cinese. Sebbene l’anno sia iniziato bene, con un volume totale degli scambi in crescita del 4,8% su base annua nel primo trimestre, a novembre è rallentato per rimanere uguale a quello del 2022.

L’inflazione elevata e la crisi del costo della vita nei principali mercati esteri – soprattutto gli Stati Uniti e l’Europa – hanno ridotto la domanda di beni cinesi importati nel 2023, mentre la domanda interna di beni importati è rimasta piuttosto fiacca.

Tuttavia, gli ultimi mesi indicano che il commercio estero ha iniziato a riprendersi. A ottobre, il commercio complessivo ha invertito la rotta per la prima volta in quattro mesi ed è cresciuto dello 0,9% su base annua grazie alle forti importazioni. Le esportazioni hanno seguito l’esempio a novembre, crescendo dell’1,7% su base annua dopo sei mesi di contrazione.

Secondo i dati della dogana cinese, il commercio con molti dei maggiori partner commerciali della Cina è diminuito nei primi 11 mesi del 2023. Il commercio bilaterale totale con i Paesi dell’ASEAN, che insieme formano il più grande mercato cinese per le esportazioni e le importazioni, ha raggiunto gli 825,6 miliardi di dollari, con un calo del 5,3% su base annua. Contrazioni sono state registrate anche nel commercio bilaterale con l’UE (-7,6% su base annua) e gli Stati Uniti (-12,2% su base annua).

Le esportazioni hanno generalmente registrato un calo più marcato rispetto alle importazioni, con le esportazioni verso l’ASEAN, l’UE e gli Stati Uniti che sono diminuite rispettivamente del 5,5%, dell’11% e del 13,8% su base annua.

Tuttavia, ci sono alcune eccezioni degne di nota. Il commercio con la Russia ha raggiunto un totale di 218,2 miliardi di dollari, con un aumento del 26,7% su base annua, poiché le sanzioni occidentali hanno avvicinato il Paese alla Cina. Inoltre, le importazioni dall’Australia sono cresciute dell’8,3% su base annua grazie ad una volta nelle controversie commerciali di lunga data sulle importazioni di beni australiani come orzo e vino.

Commercio della Cina con i principali partner, da gennaio a novembre 2023
Paese/area geografica Scambi totali Importazioni Esportazioni Variazione su base annua (scambi totali)
UE 716,3 miliardi di dollari 257,8 miliardi di dollari 458,5 miliardi di dollari -7.6%
USA 607 miliardi di dollari 149,3 miliardi di dollari 457 dollari. 8 miliardi -12.2%
ASEAN 825,6 miliardi di dollari 352 miliardi di dollari 473,6 miliardi di dollari -5.3%
Giappone 290,1 miliardi di dollari 145,6 miliardi di dollari 144,4 miliardi di dollari -11.5%
Corea del Sud 283,5 miliardi di dollari 147,5 miliardi di dollari 135,9 miliardi di dollari -14.6%
Australia 208,8 miliardi di dollari 141,4 miliardi di dollari 67,4 miliardi di dollari 3.7%
Russia 218,2 miliardi di dollari 117,8 miliardi di dollari US$100.336.4 Tabella prezzi 26.7%
Fonte: Amministrazione generale delle dogane cinese

Investimenti

Tra gennaio e novembre 2023, l’investimento in immobilizzazioni (FAI) è aumentato del 2,9% su base annua, raggiungendo i 46 trilioni di RMB (6,5 trilioni di dollari). Il FAI, sia nelle infrastrutture che nel settore manifatturiero, è stato forte, con una crescita rispettivamente del 5,8% e del 6,3% su base annua.

Nel 2023 diversi settori hanno inoltre attirato alti livelli di investimenti, in particolare la produzione high-tech (in aumento del 10,5% su base annua da gennaio a novembre) e i servizi high-tech (in aumento del 10,6% su base annua).

Il FAI privato è rimasto molto basso nel corso del 2023, in particolare tra le piccole e medie imprese, che hanno faticato a riprendersi completamente dopo la pandemia di COVID-19. Nonostante il FAI privato sia aumentato dello 0,4% su base annua nei primi quattro mesi, si trova da allora in uno stato di contrazione.

Tra gennaio e novembre, il FAI privato è diminuito dello 0,5% su base annua. Di questi, il FAI delle società private nazionali è aumentato del 3,2% su base annua, il FAI delle società di Hong Kong, Macao e Taiwan è diminuito del 2,1% su base annua e il FAI delle società straniere è diminuito dello 0,3%.

Se escludiamo gli investimenti immobiliari, tuttavia, il FAI privato è aumentato del 9,1% su base annua, il che potrebbe riflettere come le turbolenze nel settore immobiliare stiano influenzato in modo sproporzionato le imprese private più di quelle statali (tra gennaio e novembre gli investimenti immobiliari complessivi sono diminuiti del 9,4% su base annua).

Le basse cifre del FAI privato sono in netto contrasto con gli investimenti delle SOE. Nei primi 11 mesi dell’anno, il FAI delle SOE è cresciuto del 6,5% su base annua. Il divario tra gli investimenti del settore privato e quelli esteri è un’ulteriore prova di una ripresa in disequilibrio, con le imprese private che si riprendono a un ritmo molto più lento.

Inoltre, sebbene gli investimenti privati complessivi siano stati modesti, i dati mostrano che alcuni settori hanno continuato ad essere attraenti per le imprese private. Nei primi 10 mesi dell’anno, il FAI privato nei settori secondari è aumentato del 9,4% su base annua. Diversi settori hanno inoltre registrato una crescita a due cifre degli investimenti privati:

  • Il FAI privato nella produzione automobilistica è aumentato del 19,3% su base annua;
  • Il FAI privato nella produzione di macchinari e attrezzature elettriche è aumentato del 33,6% su base annua; e
  • Il FAI privato nel settore delle costruzioni è aumentato del 29,6% su base annua.

Secondo l’analisi dell’Economist Intelligence Unit (EIU), l’aumento del FAI privato nella produzione di macchinari e apparecchiature elettriche è in parte attribuibile all’aumento del commercio intra-asiatico sostenuto dalla recente tendenza alla diversificazione della catena di approvvigionamento verso i Paesi dell’Asia meridionale e sud-orientale. Sebbene le aziende stiano iniziando a delocalizzare la produzione verso i Paesi vicini della Cina, esse rimangono dipendenti dalla Cina per la fornitura di beni strumentali e beni intermedi. Questo, a sua volta, alimenta il FAI privato nel settore della produzione di apparecchiature.

Investimenti Diretti Esteri

Nel 2023 sono diminuiti anche gli investimenti diretti esteri (IDE). Secondo gli ultimi dati del  Ministero del Commercio cinese (MOFCOM), l’uso effettivo di capitale straniero è diminuito del 9,4% su base annua tra gennaio e ottobre, per un totale di 987 miliardi di RMB (139,4 miliardi di dollari). Tuttavia, il numero di nuove società estere registrate è cresciuto del 32,1% rispetto all’anno precedente, con un totale di 41.947 nuove società a partecipazione straniera registrate.

Gli investimenti esteri sono tuttavia cresciuti ancora in alcuni settori. In questo periodo il settore manifatturiero, ad esempio, ha utilizzato 283,4 miliardi di RMB (40 miliardi di dollari) di capitale straniero, con un aumento dell’1,9% su base annua. Di questi, il capitale straniero utilizzato nella produzione high-tech è aumentato del 9,5% su base annua.

Anche altri settori hanno continuato ad attrarre alti livelli di investimenti esteri:

  • Il capitale straniero utilizzato nell’industria manifatturiera di apparecchiature e strumenti medici è cresciuto del 34,6% su base annua;
  • Il capitale straniero utilizzato nella produzione di apparecchiature elettroniche e di comunicazione è cresciuto del 14,8% su base annua; e
  • Il capitale straniero utilizzato nel settore della ricerca e sviluppo e dei servizi di progettazione è cresciuto del 15,9% su base annua.

Gli investimenti esteri nel settore dei servizi nel suo complesso sono diminuiti, tuttavia, con il capitale estero utilizzato che è diminuito del 15,9% su base annua.

Misure di sostegno alle imprese e agli investimenti nel 2023

Quando il raggiungimento dell’obiettivo di crescita annuale del PIL di “circa il 5 per cento” ha iniziato ad apparire incerto all’inizio dell’anno, il Governo ha iniziato a ragionare sulla possibilità di misure di stimolo per portare l’economia oltre il limite.

A giugno, durante una riunione ricorrente del Consiglio di Stato, il Governo ha suggerito la necessità di “misure più incisive […] per migliorare lo slancio dello sviluppo, ottimizzare la struttura economica e promuovere la continua ripresa dell’economia”. Il resoconto della riunione ha anche indicato che il Consiglio di Stato ha studiato una serie di misure politiche, tra cui l’aumento dell’intensità della regolamentazione della politica macroeconomica, concentrandosi sull’espansione della domanda effettiva, rafforzando e ottimizzando l’economia reale e la prevenzione e la riduzione dei rischi nei settori chiave.

Sebbene questo annuncio abbia fatto pensare a un pacchetto di stimoli più ampio, la Cina non ha varato misure di stimolo dirette come nel 2020. Al contrario, il Governo ha introdotto diverse misure di sostegno e incentivazione rivolte a specifiche aree dell’economia rimaste indietro, come il settore privato, le piccole imprese e le società straniere.

Queste misure mirano a migliorare le condizioni delle imprese affrontando alcuni dei principali punti dolenti e migliorando il contesto generale delle imprese e degli investimenti, piuttosto che fornire stimoli diretti.

Misure di stimolo agli investimenti privati

A luglio, la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC), il pianificatore macroeconomico cinese, ha pubblicato una serie di misure per stimolare gli investimenti privati in risposta alla lenta ripresa post-COVID del settore privato, nonché all’indebolimento della ripresa economica registrata nei dati economici del primo semestre 2023.

Le piccole e medie imprese (PMI) private cinesi sono estremamente importanti per l’economia, avendo le cosiddette caratteristiche “56789”: contribuiscono a oltre il 50% del gettito fiscale cinese, a oltre il 60% del PIL, a oltre il 70% dell’innovazione tecnologica, assorbono oltre l’80% dell’occupazione urbana e rappresentano oltre il 90% di tutte le imprese.

Il documento contiene 17 misure per incentivare gli investimenti privati. Esse includono l’incoraggiamento del capitale privato nei principali progetti nazionali e nelle filiere industriali chiave, identificando e promuovendo progetti chiave per gli investimenti privati, fornendo il necessario supporto finanziario e di risorse agli investitori privati e promuovendo un ambiente sano e trasparente che favorisca gli investimenti privati.

Per ulteriori informazioni su queste misure, consulta il nostro articolo Comprendere le nuove misure della Cina per stimolare gli investimenti privati.

Misure per attrarre investimenti esteri

Dalla riapertura, il Governo cinese ha cercato di attirare attivamente capitali stranieri, con funzionari di alto livello che hanno sottolineato l’importante ruolo che le società straniere svolgeranno nella ripresa post-pandemia della Cina. Tuttavia, come abbiamo visto, gli IDE nel 2023 sono rimasti ostinatamente bassi, evidenziando le sfide affrontate dalle aziende straniere nell’era post-COVID.

A tal fine, il Governo ha intensificato gli sforzi per attrarre investimenti diretti esteri in Cina, ottimizzando l’ambiente imprenditoriale per le società e gli investitori stranieri.

Ad agosto, il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato una serie completa di linee guida che forniscono direttive chiare ai governi locali per affrontare alcune di queste sfide. Il documento, intitolato Le opinioni del Consiglio di Stato sull’ulteriore ottimizzazione dell’ambiente degli investimenti esteri e sull’intensificazione degli sforzi  per attrarre investimenti esteri (le “Opinioni”), contiene 24 suggerimenti per attrarre investimenti esteri, che vanno dal miglioramento dei diritti di proprietà intellettuale alla facilitazione dei flussi di dati transfrontalieri.

I pareri hanno suscitato un cauto ottimismo tra le organizzazioni imprenditoriali straniere in Cina, con la Camera di commercio dell’UE in Cina che ha affermato che “potrebbero contribuire a migliorare la fiducia delle imprese se saranno attuati in modo tempestivo, coordinato e coerente”.

Anche alcuni governi locali hanno seguito l’esempio: ad aprile e maggio di quest’anno, Shanghai ha pubblicato misure volte ad attrarre investimenti stranieri e migliorare l’ambiente imprenditoriale della città.

Per saperne di più sugli sforzi della Cina per attrarre investimenti stranieri, leggete il nostro articolo qui.

Misure per facilitare il flusso transfrontaliero di dati

Forse la proposta più significativa per facilitare il business per le aziende straniere è arrivata a settembre, quando la Cybersecurity Administration of China (CAC) ha pubblicato una serie di bozze regolamentari che propongono di alleggerire le normative sui flussi di dati transfrontalieri.

I regolamenti sulla standardizzazione e la promozione dei flussi transfrontalieri di dati (bozza da commentare) (la “bozza di regolamento”) offrono diversi meccanismi per alleggerire i requisiti per l’esportazione di dati all’estero da parte delle imprese.

Tra queste, l’esonero dall’obbligo per le aziende di sottoporsi a determinati e complessi meccanismi di approvazione per esportare all’estero determinati volumi e tipi di dati e informazioni personali, se tali dati o informazioni soddisfano determinati requisiti.

La bozza di regolamento prevede anche scenari in cui l’esportazione di dati o PI è considerata necessaria e quindi non soggetta ai meccanismi di approvazione. Inoltre, prevede concessioni per l’esportazione di alcuni tipi di dati soggetti a restrizioni se questi non sono stati chiaramente definiti come tali nella normativa pertinente, il che allevierebbe l’incertezza per le aziende che gestiscono dati potenzialmente – ma non definitivamente – classificati come “importanti” (e quindi soggetti a restrizioni all’esportazione).

Se approvate nella loro forma attuale, le bozze di regolamento semplificheranno significativamente la conformità alle normative CBDT cinesi per molte aziende straniere. La mossa è stata accolta con favore anche dai gruppi imprenditoriali stranieri, con il vicepresidente della Camera di commercio dell’UE in Cina Stefan Bernhart che ha affermato che  “è positivo che le autorità competenti cinesi stiano segnalando l’intenzione di ottimizzare le normative sui dati del Paese”.

Per ulteriori informazioni sui progetti di regolamento, consulta il nostro articolo sull’allentamento delle norme sul trasferimento transfrontaliero dei dati.

1 trilione di RMB in buoni del tesoro speciali per il Disaster Recovery

Il 24 ottobre, il Governo Centrale cinese ha confermato che emetterà 1 ulteriore trilione di RMB (circa 141,2 miliardi di dollari) di buoni del tesoro speciali (STB) nell’ultimo trimestre del 2023. I buoni del tesoro cinesi aiuteranno la ripresa post-catastrofe e la ricostruzione dopo un’estate di gravi disastri naturali in diverse aree del Paese.

I fondi aggiuntivi hanno lo scopo di sostenere i governi locali nella ripresa e nella ricostruzione post-catastrofe, compensare le carenze nella prevenzione, nella riduzione e nel soccorso dei disastri, migliorando la resilienza della Cina contro i disastri naturali. Questa decisione arriva dopo che diverse aree della Cina, negli ultimi anni, hanno subito disastri naturali.

Le obbligazioni aggiuntive saranno emesse in due lotti, con 500 miliardi di RMB (70,6 miliardi di dollari) nel quarto trimestre del 2023 e gli altri 500 miliardi di RMB riportati per essere utilizzati all’inizio del 2024.

Anche se l’emissione di ulteriori STB offrirà un significativo aumento dei finanziamenti per i governi locali – e quindi aiuterà a far crescere l’economia locale – i funzionari del Governo Centrale sono stati chiari sul fatto che i fondi sono destinati a supportare i soccorsi e la prevenzione dei disastri e quindi non sono uno stimolo diretto.

Tuttavia, l’emissione di obbligazioni aggiuntive potrebbe anche essere una mossa pragmatica per mantenere costanti gli investimenti infrastrutturali nell’ultimo trimestre dell’anno, poiché i governi locali stanno esaurendo un altro strumento chiave per il finanziamento delle infrastrutture, le obbligazioni speciali (SPB).

Nel marzo 2023, il Governo ha fissato una quota annuale di 3,8 trilioni di RMB (circa 536,7 miliardi di dollari) per le SPB delle amministrazioni locali. I governi locali erano tenuti a emettere tutte le loro quote SPB entro la fine di settembre 2023 e a investire tutti i fondi raccolti in progetti entro la fine di ottobre 2023. Ciò significa che i finanziamenti per ulteriori investimenti fino alla fine dell’anno saranno esauriti.

Leggi il nostro articolo sull’emissione da parte della Cina di 1 trilione di RMB in buoni del tesoro speciali ai governi locali per saperne di più su questo argomento.

La Cina supererà gli obiettivi per il 2023, ma nel 2024 l’economia potrebbe rallentare

Dopo la forte crescita nel secondo e terzo trimestre e gli indicatori positivi di ottobre e novembre, è ormai quasi certo che l’economia cinese nel 2023 raggiungerà il suo obiettivo principale.

Gli analisti indipendenti concordano: a novembre, sulla scia dei forti dati economici del secondo e del terzo trimestre, il FMI ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita del PIL dal 5,2% al 5,4% su base annua. Un mese prima, Citigroup aveva rivisto al rialzo le sue previsioni dal 5% al 5,3% su base annua.

Oltre ai dati positivi sul PIL, è significativo anche che alcuni dei punti deboli dell’economia sperimentati nel 2023 abbiano già iniziato a migliorare negli ultimi mesi. Il commercio estero, ad esempio, che si è contratto per gran parte dell’anno, ha invertito la rotta negli ultimi due mesi, segnalando un possibile punto di svolta in vista del 2024.

Sebbene la Cina sia in linea con l’obiettivo per il 2023, tra i problemi sistemici in corso, come gli alti livelli di debito dei governi locali e i problemi del settore immobiliare, nonché l’alto livello di crescita comparativa fissato nel 2023, gli analisti prevedono che nel 2024 la crescita subità un rallentamento. La Banca Mondiale prevede un’espansione del 4,5% su base annua nel 2024, mentre il FMI ha fissato il tasso al 4,6%.

Per la Cina, è probabile che il 2024 sia incentrato sul raggiungimento di una crescita sostenibile e a lungo termine, il che significherà un migliore bilanciamento dell’economia per sostenere le aree deboli, stimolare la domanda interna e i consumi e creare un ambiente favorevole per l’attività imprenditoriale e gli investimenti.